domenica 29 maggio 2016

Pranzo di Natale.




Pranzo di Natale.

Era una fredda mattina di dicembre, il cielo era plumbeo ma non nevicava, mancavano due giorni a Natale. Ero già sveglia da un pezzo, guardavo, o meglio, sentivo gli altri dormire! Eravamo in diciotto in quella stalla, in troppi, bambini, ragazzi e adulti, stesi sulla paglia a stretto contatto di gomito, senza alcuna possibilità di rigirarsi nel sonno. Fermi, come tanti cadaveri in fila! Dormivamo tutti vestiti, con più indumenti, quei pochi che eravamo riusciti a portare con noi, il freddo era così pungente da anestetizzarci e gli spifferi sembravano alisei. Avevo solo tredici anni, ero cresciuta troppo in fretta; mia madre mi aveva tagliato i lunghi capelli neri, mi faceva indossare un paio di pantaloni di mio fratello e tutti mi chiamavano Mario invece che Maria. Allora non riuscivo a capire il motivo di quella forzata metamorfosi,  e ogni volta che le chiedevo spiegazioni mi rispondeva – Le bambine le portano in paese i tedeschi e le fanno lavorare sodo! -. Il mio paese, Ortona, era stato bombardato e poi occupato dai tedeschi. Ricordo con terrore il giorno in cui sentimmo il rombo dei motori degli aerei che si avvicinavano: ci fu un fuggi  fuggi  generale, abbandonammo le nostre case, riuscendo a prendere quelle poche cose a portata di mano e poi via per i sentieri che portavano alle campagne limitrofe.  Appiattiti fra i cespugli, vedemmo gli aerei sganciare delle sagome scure che, con un sibilo, colpivano esplodendo le case del paese. Dopo qualche minuto una gigantesca nube di polvere grigia ovattava Ortona. Gli aerei ormai erano dei punti neri all’orizzonte, un silenzio agghiacciante ci opprimeva.
Iniziava così il nostro “soggiorno da sfollati”: raggiungemmo un casolare a qualche chilometro dal sentiero che portava al paese. Con noi c’erano i nonni, gli zii con le loro famiglie : eravamo una vera tribù. I contadini del casolare ci misero a disposizione il fienile adiacente alla stalla. Una staccionata, rimediata e malferma, ci separava dalle nostre coinquiline, due mucche maleodoranti, però due sante mucche che ogni mattina, con il loro latte caldo, contribuivano a sostenere la comunità...



 

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